L’archetipo del Viandante rappresenta il secondo passaggio nel cammino evolutivo, dove veniamo dalla vita sospinti nel processo di individuazione e iniziamo a vagare senza meta precisa, semplicemente mossi dai nostri bisogni non soddisfatti. Questa fase può durare moltissimo tempo.
Scrive C. S. Pearson in “L’eroe dentro di noi:” “”… l’identità del Viandante è quella dell’outsider [il concetto è di difficile traduzione: escluso, autoescluso, anticonformista, anticonvenzionale… n.d.rj. Nella vita spirituale egli può dover affrontare il dubbio. Spesso infatti gli è stato insegnato che Dio ricompensa una certa obbedienza alle regole e un certo comportamento morale tradizionale che generalmente sono in contrasto con la sua psiche, che si evolve sperimentando. Pure, l’oscura notte dell’anima che il Viandante attraversa porta spesso a una fede più matura ed equilibrata”.
Per chi si sia identificato in quest’archetipo, è l’ andare lo scopo del viaggio e non l’arrivare; la meta non è fondamentale ed importante di per sè quanto ciò che si può sperimentare andando verso la meta.
Il viandante è la ricerca, è la confusione, è la nebbia e la speranza che spinge oltre, è il silenzio interiore, è il confronto con la propria solitudine.
Per il viandante la vita è un’avventura. Questo viaggio può essere in paesi lontani o dentro la propria psiche, come in un processo analitico o in un percorso spirituale
La storia del Viandante inizia quando ci si sente prigionieri di uno status quo, costretti a obbedire a false regole tradizionali, a una identità non autentica. Quando l’insoddisfazione diventa una voce troppo forte dentro di se.
Secondo Pierangela Pavone, counselor, “L’Archetipo del Viandante ci insegna ad essere totalmente fedeli a noi stessi in ogni momento, questo richiede certamente molta disciplina ed essere in costante contatto con il proprio corpo, cuore, mente e spirito in ogni situazione della nostra vita.
Uno dei conflitti che il viandante deve attraversare è la tensione tra la voglia di affrancarsi dai propri limiti, il desiderio di seguire solo la sua strada, di essere padrone di se stesso e la necessita o il desiderio di piacere a gli altri.
Molti Viandanti che hanno imparato a vivere la loro vita in modo indipendente scoprono che quello che a loro manca è proprio il contatto umano, la relazione per cui il processo di trasformazione si completa quando riescono a vivere il rapporto con l’altro, senza sentirsene angosciati o fagocitati perchè hanno sviluppato un senso di sè abbastanza forte, in grado di saper gestire i piu’ intimi bisogni senza più paure ed eccessivo bisogno di conferme esterne.
Nel momento in cui il Viandante risolve il conflitto tra libertà e amore e riconosce il suo bisogno oltre che desiderio di amare, il conflitto si risolve, anche se, ed è importante affermarlo, la libertà non arriva se non quando come il Guerriero, un altro archetipo, impariamo ad affermare i nostri bisogni lottando per essi ed esponendoci, correndo dei rischi”
Quindi essere nell’archetipo del Viandante, implica il riconoscere la necessità del viaggio, dell’esplorazione per individuare i propri bisogni e sviluppare quell’amore compassionevole verso se stessi, che solo ci può dare la forza e il coraggio di combattere per l’affermazione di ciò che siamo realmente al di là dei vecchi condizionamenti.