Gli angeli, un argomento che mi tocca profondamente, tanto profondamente da scriverne un libro.
Fin da piccola mi è stato insegnato a pregare il mio Angelo Custode e me lo immaginavo come un fratello maggiore amorevole che mi stava accanto e mi osservava giocare, pronto a proteggermi se mai ce ne fosse stato bisogno. Poi di notte quando io dormivo, lui si assentava per riposarsi. Ancora oggi questa idea che il mio Angelo si debba riposare dal duro incarico di proteggermi mi diverte e quasi ci credo visto la vita iperattiva che conduco. Dopo tante esperienze legate al contatto con gli Angeli alcuni dei miei allievi mi hanno chiesto di scrivere un libro e mi è sembrata una buona idea celebrare per iscritto questo amore. Perché il tema è comunque l’amore. Quando ho scelto il mio percorso scolastico non avevo dubbi: biologia! Incontrare la Natura, comprenderne i meccanismi, studiare la vita in ogni forma ha sempre esercitato su di me un grande fascino. Durante gli anni del liceo avevo attrezzato la mia soffitta con acquari di ogni forma e stavo ore ad osservare tutti i piccoli esseri che avevo catturato nei canali e negli stagni attorno a casa. Mi affascinava osservare le relazione tra di essi, i loro movimenti, il loro habitat. Intuivo, forse in modo non del tutto chiaro allora, la magia della vita racchiusa in quella piccola vasca e l’armonia perfetta presente in quel piccolo mondo, un’armonia di cui desideravo fare parte. Credo che la strada che mi ha portato a comunicare con il mondo delle energie sottili sia passata proprio da qui: sentire le mie emozioni, le mie sensazioni davanti a tutto ciò che mi sembrava misterioso e meraviglioso.
La comunicazione con un Angelo può avvenire solo attraverso il cuore, non la mente.
La prima raccomandazione che faccio durante il corso di Energie Sottili I (corso in cui insegno a comunicare con gli Angeli) è quello di respirare e allargare il petto e poi aprire il cuore. Solo concentrandoci a questo livello possiamo sentire la voce di Dio: attraverso i suoi Angeli o attraverso la Natura che non è altro che un’altra espressione del divino. Nel mio libro sottolineo più volte che parlare con un Angelo è una esperienza semplice che da bambini sapevamo fare. Tutti da bambini probabilmente parlavamo con il nostro Angelo poi la socializzazione primaria e secondaria ci ha “insegnato” a stare con i piedi per terra, ci ha ricordato che viviamo in un modo governato dal materialismo e che uno più uno fa sempre due. In realtà non è così, la vita è molto di più e uno più uno può fare molto di più. La vita è anche e soprattutto passione, emozione, sensi e vibrazioni. Il mondo, allo stesso modo, non è solo fisico, ma è anche energetico e spirituale.
Grazie alla percezione di queste vibrazioni energetiche ho scoperto un modo nuovo per comunicare con tutto ciò che mi circonda. Il desiderio di esplorare questo mondo mi ha permesso di entrare in contatto con gli Angeli e trasformare la mia spiritualità in un universo più ampio e pieno di amore.
Ma come è avvenuto il mio primo incontro con un Angelo? Forse nel modo più facile per molti di noi, cioè attraverso il dolore. In un momento di profonda solitudine e dolore ho sentito la sua presenza. Del resto ci hanno proprio insegnato che i nostri Angeli ci stanno accanto per proteggerci e sostenerci. E in quel momento quello di cui avevo bisogno era proprio sentirmi amata e protetta. Quello che ci permette di comunicare con un Angelo è semplicemente affidarsi, lasciarsi andare al cuore, senza volere controllare con la mente. Ma se per un bambino piccolo ciò è assolutamente normale, questo per una persona adulta può diventare molto difficile. La meditazione può aiutare a creare questa condizione di abbandono e può facilitare la comunicazione con il mondo delle Energie Sottili. Ma occorre un terzo ingrediente: l’intento.
E’ fondamentale avvicinarsi ad un Angelo con l’intento di scambiare amore. Qualsiasi altra intenzione legata all’ego diventa un grandissimo ostacolo per questa comunicazione. Credo che sia questo il motivo che ha reso così semplice il mio primo incontro con l’Angelo: non avevo alcun desiderio egoistico, volevo solo sentire pace dentro di me e l’incontro è avvenuto. In seguito ho imparato che per entrare in questo contatto non dovevo avere aspettative. La mente è solo un intralcio perché pretende, vuole controllare, vuole capire. Il cuore vuole solo amare. E’ molto difficile quietare la mente, ma quando lo facciamo entriamo in comunicazione con il mondo intero. E per quietare la mente occorre avere fiducia, affidarsi come mi ha comunicato il mio Angelo: “Fiducia è la parola chiave… fiducia che significa «credere in ciò che sentite»… quello che chiediamo è sentire ciò che vi accade interiormente quando ci chiamate e chiedete di comunicare con noi. È una qualità diversa dal semplice sentire amore: se decidete di sentire amore dovete necessariamente evocare un’immagine, una sensazione che già avete provato nella vostra vita.Quando invece vi ponete in ascolto e ci chiamate nel silenzio e tranquillità, questa sensazione di amore cresce in voi all’improvviso senza il bisogno di evocare nessuna immagine: ed è in quel momento che ci sentite, che vi permettete di farlo perché noi siamo sempre lì ma solo voi potete decidere di aprire il cuore alla nostra presenza oppure no.
È il libero arbitrio che vi è stato donato per vivere la vostra vita come meglio preferite”.
La gratitudine è un sentimento ricorrente quando ci si pone in ascolto di questo mondo sovrasensibile perché ci si rende conto di quanta armonia, nonostante tutte le azioni negative che l’uomo spesso compie, pervada il mondo. Ascoltare il nostro Angelo, la voce sottile di un Albero, percepire la forza della terra sotto i nostri piedi ci riempie il cuore di gratitudine perché ci fa sentire parte di questa armonia. L’uomo troppo spesso parla di sé e della Natura come di due entità divise e si dimentica che noi siamo un’espressione della Natura come tutti gli altri esseri viventi e che ogni volta che ci dissociamo da essa e diventiamo una nota dissonante nell’armonia della terra creiamo le condizioni del nostro malessere.
“Quando ero bambino credevo in un Angelo custode accanto a me.
Ora credo di avercelo dentro”
Erri De Luca