La relazione con gli altri è un tema fondamentale non solo per l’uomo, ma per tutte le specie animali. Ma mentre nelle specie animali la relazione ha codici ben precisi, nell’uomo è caratterizzato da moltissimi fattori che dipendono dai condizionamenti culturali in cui ognuno di noi è cresciuto. La relazione è un sistema dove i comportamenti sono circolari e per tale motivo non è possibile stabilire quale sia la causa e quale sia l’effetto, cosa viene prima e cosa viene dopo. Ogni comportamento è, allo stesso tempo, azione e risposta a un altro comportamento e l’abilità di relazione è una delle capacità umane fondamentali.
La relazione è una colonna portante nella vita di tutti e la stessa esistenza individuale è originata proprio da una relazione: quella tra, e con, i propri genitori. Per quanto stare con gli altri possa talvolta essere difficile, ogni essere umano cerca sempre un altro al quale mostrarsi, un altro da conoscere e da amare: la relazione, non a caso, è l’ingrediente principale della famiglia, ma non solo. Ogni tipo di professione, infatti, implica degli scambi con gli altri e una piena realizzazione esistenziale ha luogo anche nelle relazioni.
Scrive Franck Aubert,terapeuta e conferenziere: “L’altro è colui che identifico fuori di me, distante, differente, fuori dal mio campo personale, da quella bolla che fa sì che mi senta unico e separato, a distanza fisica e psicologica. Come immaginare che l’altro non sia nella stessa disposizione d’animo? La relazione con l’altro si definisce nell’incontro di queste due differenze. Nella misteriosa procedura relazionale, quanti fattori sono in movimento? Il mio sguardo, il mio odorato, il mio udito, la mia pelle, ma anche l’energia che esce. L’alchimia dell’incontro avviene nella frizione dell’insieme delle mie componenti umane messe a contatto con quello che mi sta di fronte. Allora mi sento o in sicurezza o nell’insicurezza. Devo ammettere che non ho il controllo della globalità di ciò che si produce nel momento della relazione con l’altro. C’è sempre una ragione che prevale nell’incontro programmato con l’altro. Non sembra esserci in una fila al supermercato, però continuo a emettere onde, sensazioni, odori, sguardi, un’energia, dei gesti. Chi dice che nessuno percepisca ciò che emetto in questo momento e che di conseguenza non percepisco le informazioni di chi mi circonda?
E se la comunicazione con gli altri non si arrestasse mai? Perché relazionare si limiterebbe all’espressione verbale? Continuamente sono un essere relazionale. E’ una permanenza che io assicuro senza a volte rendermene conto, cioè senza assumermi la responsabilità delle conseguenze del mio stato di comunicatore. La relazione con l’altro è questo bagno d’energie da dove nasce la creazione o la distruzione.
Il desiderio d’armonia sarà creatore di una relazione creatrice e evolutiva, la paura provocherà invece le tensioni distruttive, che genereranno un rafforzamento delle difese psicologiche e di conseguenza la separatività. L’esercizio della relazione è anche quello di accettare la propria umanità, tutta l’umanità, senza aggiustamenti o compiacenza, ma anche senza violenza.
La relazione con l’altro m’indica con estrema precisione lo stato della mia relazione con me. Sono capace di accettare tutte le mie parti, di prenderle tutte in conto? Se sono capace di questo, il mio senso d’unità è compiuto e la relazione con gli altri diventa l’esercizio di una compassione universale di cui sono il tramite. Scompare allora la mia sensazione d’ isolamento e nasce l’immensa gioia d’una fusione col mondo”
La relazione con l’altro quindi è anche riflesso dei miei diversi volti, dei miei personaggi interiori che non sempre amo. Ogni relazione anche la più breve e meno profondo, può essere una grande occasione per ognuno di noi se sappiamo rispettare davvero l’altro. E’ importante aprirsi con fiducia a chi incontriamo sulla nostra strada. Credere nelle persone e fidarsi di loro non è sempre facile. Certamente, ci sono persone che abuseranno della nostra fiducia. Tuttavia, è sempre meglio supporre che gli altri faranno la cosa giusta e che cercheranno di vivere in base alla fiducia che riponiamo in loro, piuttosto che osservare il mondo attraverso le lenti del timore e della rabbia.
Ed è importante cerca di indossare i panni dell’altro. È impossibile conoscere davvero le motivazioni, ragioni e azioni di un’altra persona se non osserviamo con attenzione e ascoltiamo con cuore aperto. È facile bandire una persona perché ha fatto o detto cose su cui non siamo d’accordo, invece di considerare le sue reali motivazioni. Riconoscere me stesso in ciò che l’altro mi comunica, uscire dalla logica del pregiudizio, dalle etichette “primo, secondo, terzo mondo”..dai condizionamenti ricevuti e imparare a riconoscere nell’altro un’altra parte di me, rende qualsiasi relazione una grande occasione di consapevolezza, un fondamentale esercizio di amore e compassione verso le nostre luci e le nostre ombre.
“Per mettere il mondo in ordine, dobbiamo mettere la nazione in ordine. Per mettere la nazione in ordine, dobbiamo mettere la famiglia in ordine, Per mettere la famiglia in ordine, dobbiamo coltivare la nostra vita personale, Per coltivare la nostra vita personale, dobbiamo prima mettere a posto i nostri cuori” Confucio